Legionella è un batterio aerobio al cui genere appartengono 52 specie; tra queste, la pneumophila risulta essere la più pericolosa in riferimento alla patologia umana.
I metodi più utilizzati per combattere la Legionella sono:
- Disinfezione termica (shock termico), la Legionella muore:
PRO: a 60° in poco più di mezz’ora / a 66° in due minuti / a 70° la morte è istantanea.
CONTRO: L’acqua a queste temperature deve raggiungere tutto l’impianto, anche le zone più periferiche / Non elimina il biofilm, habitat naturale e nutrimento della Legionella, che può ricostituirsi nel giro di alcune settimane. - Aggiunta di cloro in concentrazione elevata >3 mg/l:
PRO: Potente agente ossidante che agisce anche sul biofilm
CONTRO: Per evitare il superamento dei limiti di legge relativi alla potabilità dell’acqua 0,2 mg/l e per evitare problemi di corrosione di alcuni tipi di tubature si deve provvedere a lavaggi dell’intero impianto. - Biossido di cloro 0,4 mg/l:
PRO: Garantisce un buon livello di disinfezione
CONTRO: Servono particolari attrezzature a bordo impianto - Lampade a raggi ultravioletti:
PRO: Efficace
CONTRO: Non ha efficacia sul biofilm / Efficace solo se utilizzato in prossimità dei punti di utilizzo / Costo elevato delle lampade / Limitato flusso d’acqua trattabile. - Azione combinata ioni di rame e argento generati tramite elettrolisi:
PRO: Il rame è efficace sul biofilm
CONTRO: La concentrazione di ioni deve essere opportunamente controllata per non superare i limiti ammessi per la potabilità dell’acqua e per garantire la disinfezione / In caso di impianti con tubi zincati il metodo non è applicabile perché lo zinco inattiva gli ioni d’argento. - Ozono:
PRO: Agisce anche sugli altri batteri oltre alla Legionella / Meno pericoloso per la potabilità dell’acqua rispetto al cloro.
CONTRO: Poiché l’ozono nelle soluzioni acquose ha durata molto breve, in quanto si decompone velocemente (meno di un’ora), è meno adatto alla disinfezione residua e può essere usato soltanto in casi particolari (soprattutto in piccoli sistemi di distribuzione). Particolare attenzione va mostrata nei confronti di eventuali presenze di bromuro nell’acqua; infatti, la reazione tra il bromuro e l’ozono origina lo ione bromato, ritenuto cancerogeno (Il valore del parametro riportato nel D.lgs 2 febbraio 2001, n. 31 è pari a 10 µg/L). Inoltre, l’ozono deve essere prodotto in loco mediante impianti di produzione che hanno ancora costi d’installazione molto elevati.
Scrivi un commento