La lunghezza della manichetta per gli idranti UNI45 è pari a 20 mt; la lunghezza della manichetta per gli idranti a colonna UNI70 è pari a 25 mt; lunghezze diverse possono essere accordate con i singoli comandi dei VVF
Le normative sono le seguenti:
- Norma UNI EN 12845 del maggio 2009: Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione
- Norma UNI 11292 dell’agosto 2008: Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali
Le normative sono le seguenti:
- Norma UNI 10779 del luglio 2007: Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio
- Norma UNI EN 671 parte 1-2-3: Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Naspi antincendio con tubazioni semirigide (parte 1), Idranti a muro con tubazioni flessibili (parte 2), Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide ed idranti a muro con tubazioni flessibili (parte 3)
- Norma UNI 11292 dell’agosto 2008: Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali
L’impianto sprinkler a secco si utilizza nel caso le tubazioni a valle dalla valvola di controllo possano essere sottoposte all’azione del gelo per cui l’impianto viene tenuto in pressione con aria fino agli ugelli sprinkler; al contrario negli impianti sprinkler ad umido l’impianto è pieno di acqua fino agli ugelli sprinkler
Le principali tipologie di impianto possono essere:
- Impianto antincendio a rete di idranti o naspi a norma UNI10779 e UNI EN 671-1/2/3, a protezione esterna ed interna al fabbricato
- Impianto antincendio automatico a sprinkler a norma UNI EN 12845, a protezione di locali chiusi interni del tipo a umido, a secco o a preazione
- Impianto antincendio automatico a gas inerte, CO2 a norma UNI EN12094
- Sistemi di controllo di fumo e calore con evacuatori forzati a norma UNI EN 12101
- Iimpianto di spegnimento ad acqua nebulizzata water mist, ad alta pressione
Per caldaie con potenza termica inferiore a 35 kW la manutenzione deve essere effettuata come segue:
- Caldaia a gas metano: manutenzione ogni anno, manutenzione con misura rendimento di combustione ogni due anni.
- Caldaia a gas GPL: manutenzione con misura rendimento di combustione ogni anno.
- Caldaia a combustibile solido: manutenzione con misura rendimento di combustione ogni anno.
La caldaia a condensazione a differenza della caldaia tradizionale recupera il calore latente di condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi della combustione per cui ha un rendimento superiore alla caldaia standard. Inoltre vi è una conseguente riduzione delle emissioni di inquinanti come gli NOx e CO, nella caldaia a condensazione rispetto alla caldaia tradizionale.
Il DPR 412/93 definisce i limiti massimi relativi al periodo annuale di esercizio dell’impianto termico ed alla durata giornaliera di attivazione:
- Zona A: ore 6 giornaliere dal 1° dicembre al 15 marzo.
- Zona B: ore 8 giornaliere dal 1° dicembre al 31 marzo.
- Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo.
- Zona D: ore 12 giornaliere dal 1° novembre al 15 aprile.
- Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.
- Zona F: nessuna limitazione.
Le condizioni di benessere termico sono soggettive e dipendono da diversi fattori tra i quali:
- Attività fisica svolta all’interno degli ambienti.
- Caratteristiche del vestiario.
- Parametri microclimatici dell’ambiente: temperatura, umidità, velocità dell’aria, temperatura irraggiamento superfici di confinamento, ecc.
Tra le tipologie di riscaldamento troviamo:
- Impianto di riscaldamento a convezione: impianto a radiatori, ventilconvettori, ad aria calda, ecc.
- Impianto di riscaldamento ad irraggiamento: impianto radiante a bassa temperatura a pavimento/parete/soffitto; impianto
- Radiante con elementi ad alta temperatura (nastri /tubi radianti, termostrisce radianti, emettitori ad incandescenza.
Per le temperature i valori di riferimento sono:
- La temperatura di comfort invernale è pari a 20°C – 22°C.
- La temperatura di comfort estiva è pari a 24°C – 27°C; in genere si considera temperatura interna pari a quella esterna – 6°C.
La norma di riferimento è la UNI7129/08 la quale definisce:
- Ventilazione: afflusso di aria necessaria alla combustione.
- Aerazione: ricambio dell’aria necessaria sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione, sia per evitare miscele con tenore pericoloso di gas combusti.
La norma UNI7129/08, inoltre, stabilisce che la ventilazione di un locale dove è installato un apparecchio a gas, come ad esempio un apparecchio di cottura, una caldaia a camera aperta, una stufa a camera aperta, è sempre obbligatoria. Tale ventilazione può essere realizzata in diversi modi:
- Apertura permanente verso l’esterno (foro basso nella muratura esterna o nell’infisso).
- Condotti singoli con determinate caratteristiche.
- Ventilazione attraverso altri locali con determinate caratteristiche.
La norma UNI7129/08 stabilisce che l’aerazione di un locale con apparecchio di cottura a gas è sempre obbligatoria, tramite diversi sistemi:
- Cappa a tiraggio naturale collegata ad un condotto sfociante verso l’esterno.
- Cappa aspirante elettrica collegata ad un condotto sfociante verso l’esterno.
- Elettroventilatore nella parte alta della parete/infisso.
- Apertura diretta verso l’esterno (alta per il gas metano e bassa filo pavimento per il GPL).
In Regione Lombardia, nei comuni che l’hanno recepita, vige la Circolare 8 del al punto 3.4.26 che obbliga la presenza di una canna fumaria dei vapori di cottura singola sfociante oltre il tetto.
Il tubo di collegamento se del tipo flessibile deve avere stampato la norma di riferimento e la data di scadenza, oltre la quale deve essere sostituito da tecnico abilitato con rilascio della dichiarazione di conformità 37/08. Occorre verificare che il tubo installato non abbia data posteriore a quella indicata sulla tubazione flessibile. Se il collegamento dell’apparecchio di cottura è realizzato con tubazione metallica rigida non ha scadenza.
La norma UNI7129/08 stabilisce gli apparecchi di cottura non ad incasso possono essere collegati con tubi flessibili non metallici di cui alla UNI7140 e UNI EN 1762, con lunghezza massima di 1500 mm.
L’addolcitore è uno strumento che serve a diminuire la durezza nell’acqua per prevenire fenomeni di incrostazioni di calcare sulle superfici. La durezza dell’acqua rappresenta la concentrazione di sali di calcio e di magnesio, che in determinate condizioni di temperatura precipitano formando le incrostazioni di calcare.
Serve ad aumentare la pressione nell’impianto idrico quando le prestazioni dell’acquedotto sono insufficienti. Normalmente una pressione di 2 bar al rubinetto è sufficiente per avere una buona portata.
Le diverse tipologie di impianto sono:
- Impianti di condizionamento a tutt’aria con utilizzo di unità di trattamento aria abbinate a centrali termiche e a gruppi refrigeratori.
- Impianti di condizionamento a tutt’aria con utilizzo di unità monoblocco di trattamento aria e condizionamento, realizzate con moduli in pompa di calore elettrici o con moduli gas per la funzione invernale.
- Impianti di condizionamento radianti, a pavimento, a parete o a soffitto con funzione estiva di climatizzazione in abbinamento a
- impianto di trattamento aria con deumidificazione.
- Impianti di condizionamento a ventilconvettori a due o quattro tubi con trattamento dell’aria primaria tramite unità trattamento aria centralizzate.
- Impianti di condizionamento ad espansione diretta in pompa di calore elettrici con unità di ricambio aria e trattamento aria con recuperatori di calore.
- Impianto di condizionamento con pompe di calore elettriche aria-aria, aria acqua, acqua acqua geotermiche abbinate a impianti di trattamento e ricambio aria con recuperatori di calore.
- Impianto di condizionamento con sistemi ad alta tecnologia tipo VRV inverter abbinati a impianti di trattamento aria.
Le condizioni di benessere termico sono soggettive e dipendono da diversi fattori tra i quali:
- Attività fisica svolta all’interno degli ambienti.
- Caratteristiche del vestiario.
- Parametri microclimatici dell’ambiente: temperatura, umidità, velocità dell’aria, temperatura irraggiamento superfici di confinamento, ecc.
Per le temperature i valori di riferimento sono:
- La temperatura di comfort invernale è pari a 20°C – 22°C.
- La temperatura di comfort estiva è pari a 24°C – 27°C; in genere si considera temperatura interna pari a quella esterna – 6°C.
L’umidità relativa ottimale è compresa tra il 40% e il 60%.
La mancata pulizia e sanificazione degli split o dei ventilconvettori può dare origine ad allergie e, nei casi più gravi, a patologie importanti dell’apparato respiratorio.
Data l’importanza della sanificazione conviene pulirli e sanificarli almeno una volta all’anno.
Tra i più importanti vi sono:
- Colore, odore, sapore e temperatura
- pH
- Durezza totale
- Contenuto di nitrati e nitriti
- Contenuto di cloruri
- Contenuto di solfati
Tra i più importanti vi sono:
- Coliformi totali
- Coliformi fecali
- Durezza totale
- Streptococchi fecali
- Salmonella
- Legionella
Secondo il D.Lgs. n. 31 del 2001, il pH dell’acqua potabile deve essere compreso tra 6,5 e 9,5 calcolato su una scala che varia da 0 a 14. Più il numero del pH è basso e più è acido, al contrario,più alto è il numero maggiore sarà il pH basico.
Secondo il D.Lgs. n. 31 del 2001, il pH dell’acqua potabile deve essere compreso tra 6,5 e 9,5 calcolato su una scala che varia da 0 a 14. Più il numero del pH è basso e più è acido, al contrario,più alto è il numero maggiore sarà il pH basico.
La durezza di un’acqua si misura in gradi francesi (°f) dove 1 °f corrisponde a 10 mg/L CaCO3(carbonato di calcio). Il D.Lgs. n. 31 del 2001 definisce ottimale un’acqua con durezza compresa tra 15 e 50 °f.
Legionella è un batterio aerobio al cui genere appartengono 52 specie; tra queste, la pneumophila risulta essere la più pericolosa in riferimento alla patologia umana.
I metodi più utilizzati per combattere la Legionella sono:
- Disinfezione termica (shock termico), la Legionella muore:
PRO: a 60° in poco più di mezz’ora / a 66° in due minuti / a 70° la morte è istantanea.
CONTRO: L’acqua a queste temperature deve raggiungere tutto l’impianto, anche le zone più periferiche / Non elimina il biofilm, habitat naturale e nutrimento della Legionella, che può ricostituirsi nel giro di alcune settimane. - Aggiunta di cloro in concentrazione elevata >3 mg/l:
PRO: Potente agente ossidante che agisce anche sul biofilm
CONTRO: Per evitare il superamento dei limiti di legge relativi alla potabilità dell’acqua 0,2 mg/l e per evitare problemi di corrosione di alcuni tipi di tubature si deve provvedere a lavaggi dell’intero impianto. - Biossido di cloro 0,4 mg/l:
PRO: Garantisce un buon livello di disinfezione
CONTRO: Servono particolari attrezzature a bordo impianto - Lampade a raggi ultravioletti:
PRO: Efficace
CONTRO: Non ha efficacia sul biofilm / Efficace solo se utilizzato in prossimità dei punti di utilizzo / Costo elevato delle lampade / Limitato flusso d’acqua trattabile. - Azione combinata ioni di rame e argento generati tramite elettrolisi:
PRO: Il rame è efficace sul biofilm
CONTRO: La concentrazione di ioni deve essere opportunamente controllata per non superare i limiti ammessi per la potabilità dell’acqua e per garantire la disinfezione / In caso di impianti con tubi zincati il metodo non è applicabile perché lo zinco inattiva gli ioni d’argento. - Ozono:
PRO: Agisce anche sugli altri batteri oltre alla Legionella / Meno pericoloso per la potabilità dell’acqua rispetto al cloro.
CONTRO: Poiché l’ozono nelle soluzioni acquose ha durata molto breve, in quanto si decompone velocemente (meno di un’ora), è meno adatto alla disinfezione residua e può essere usato soltanto in casi particolari (soprattutto in piccoli sistemi di distribuzione). Particolare attenzione va mostrata nei confronti di eventuali presenze di bromuro nell’acqua; infatti, la reazione tra il bromuro e l’ozono origina lo ione bromato, ritenuto cancerogeno (Il valore del parametro riportato nel D.lgs 2 febbraio 2001, n. 31 è pari a 10 µg/L). Inoltre, l’ozono deve essere prodotto in loco mediante impianti di produzione che hanno ancora costi d’installazione molto elevati.