Shareholder FAQ

Shareholders Questions Answered

Shareholder FAQ2019-03-07T11:14:29+01:00
Quanto deve essere lunga la manichetta degli idranti?2022-11-24T23:18:09+01:00

La lunghezza della manichetta per gli idranti UNI45 è pari a 20 mt; la lunghezza della manichetta per gli idranti a colonna UNI70 è pari a 25 mt; lunghezze diverse possono essere accordate con i singoli comandi dei VVF

Quali sono le normative di riferimento per la protezione antincendio sprinkler?2022-11-24T23:17:45+01:00

Le normative sono le seguenti:

  • Norma UNI EN 12845 del maggio 2009: Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione
  • Norma UNI 11292 dell’agosto 2008: Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali
Quali sono le normative di riferimento per la protezione antincendio ad idranti?2022-11-24T23:17:03+01:00

Le normative sono le seguenti:

  • Norma UNI 10779 del luglio 2007: Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio
  • Norma UNI EN 671 parte 1-2-3: Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Naspi antincendio con tubazioni semirigide (parte 1), Idranti a muro con tubazioni flessibili (parte 2), Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide ed idranti a muro con tubazioni flessibili (parte 3)
  • Norma UNI 11292 dell’agosto 2008: Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali
Che differenza c’è tra l’impianto a secco e ad umido?2022-11-24T23:16:17+01:00

L’impianto sprinkler a secco si utilizza nel caso le tubazioni a valle dalla valvola di controllo possano essere sottoposte all’azione del gelo per cui l’impianto viene tenuto in pressione con aria fino agli ugelli sprinkler; al contrario negli impianti sprinkler ad umido l’impianto è pieno di acqua fino agli ugelli sprinkler

Quali tipologie di protezione antincendio esistono?2022-11-24T23:15:46+01:00

Le principali tipologie di impianto possono essere:

  • Impianto antincendio a rete di idranti o naspi a norma UNI10779 e UNI EN 671-1/2/3, a protezione esterna ed interna al fabbricato
  • Impianto antincendio automatico a sprinkler a norma UNI EN 12845, a protezione di locali chiusi interni del tipo a umido, a secco o a preazione
  • Impianto antincendio automatico a gas inerte, CO2 a norma UNI EN12094
  • Sistemi di controllo di fumo e calore con evacuatori forzati a norma UNI EN 12101
  • Iimpianto di spegnimento ad acqua nebulizzata water mist, ad alta pressione
Qual è la frequenza della manutenzione imposta per legge per le caldaie al di sotto dei 35 KW?2022-11-24T23:15:01+01:00

Per caldaie con potenza termica inferiore a 35 kW la manutenzione deve essere effettuata come segue:

  • Caldaia a gas metano: manutenzione ogni anno, manutenzione con misura rendimento di combustione ogni due anni.
  • Caldaia a gas GPL: manutenzione con misura rendimento di combustione ogni anno.
  • Caldaia a combustibile solido: manutenzione con misura rendimento di combustione ogni anno.
Qual è la differenza tra caldaia standard e a condensazione?2022-11-24T23:14:12+01:00

La caldaia a condensazione a differenza della caldaia tradizionale recupera il calore latente di condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi della combustione per cui ha un rendimento superiore alla caldaia standard. Inoltre vi è una conseguente riduzione delle emissioni di inquinanti come gli NOx e CO, nella caldaia a condensazione rispetto alla caldaia tradizionale.

Chi decide i periodi di funzionamento e spegnimento del riscaldamento?2022-11-24T23:13:40+01:00

Il DPR 412/93 definisce i limiti massimi relativi al periodo annuale di esercizio dell’impianto termico ed alla durata giornaliera di attivazione:

  • Zona A: ore 6 giornaliere dal 1° dicembre al 15 marzo.
  • Zona B: ore 8 giornaliere dal 1° dicembre al 31 marzo.
  • Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo.
  • Zona D: ore 12 giornaliere dal 1° novembre al 15 aprile.
  • Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.
  • Zona F: nessuna limitazione.
Qual è la temperatura ideale in casa o in ufficio?2022-11-24T23:12:48+01:00

Le condizioni di benessere termico sono soggettive e dipendono da diversi fattori tra i quali:

  • Attività fisica svolta all’interno degli ambienti.
  • Caratteristiche del vestiario.
  • Parametri microclimatici dell’ambiente: temperatura, umidità, velocità dell’aria, temperatura irraggiamento superfici di confinamento, ecc.
Quali tipologie di riscaldamento esistono?2022-11-24T23:11:52+01:00

Tra le tipologie di riscaldamento troviamo:

  • Impianto di riscaldamento a convezione: impianto a radiatori, ventilconvettori, ad aria calda, ecc.
  • Impianto di riscaldamento ad irraggiamento: impianto radiante a bassa temperatura a pavimento/parete/soffitto; impianto
  • Radiante con elementi ad alta temperatura (nastri /tubi radianti, termostrisce radianti, emettitori ad incandescenza.

Per le temperature i valori di riferimento sono:

  • La temperatura di comfort invernale è pari a 20°C – 22°C.
  • La temperatura di comfort estiva è pari a 24°C – 27°C; in genere si considera temperatura interna pari a quella esterna – 6°C.
È obbligatorio il foro di aerazione in cucina?2022-11-24T22:55:24+01:00

La norma di riferimento è la UNI7129/08 la quale definisce:

  • Ventilazione: afflusso di aria necessaria alla combustione.
  • Aerazione: ricambio dell’aria necessaria sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione, sia per evitare miscele con tenore pericoloso di gas combusti.

La norma UNI7129/08, inoltre, stabilisce che la ventilazione di un locale dove è installato un apparecchio a gas, come ad esempio un apparecchio di cottura, una caldaia a camera aperta, una stufa a camera aperta, è sempre obbligatoria. Tale ventilazione può essere realizzata in diversi modi:

  • Apertura permanente verso l’esterno (foro basso nella muratura esterna o nell’infisso).
  • Condotti singoli con determinate caratteristiche.
  • Ventilazione attraverso altri locali con determinate caratteristiche.
È obbligatoria la cappa aspirante in cucina?2022-11-24T22:57:19+01:00

La norma UNI7129/08 stabilisce che l’aerazione di un locale con apparecchio di cottura a gas è sempre obbligatoria, tramite diversi sistemi:

  • Cappa a tiraggio naturale collegata ad un condotto sfociante verso l’esterno.
  • Cappa aspirante elettrica collegata ad un condotto sfociante verso l’esterno.
  • Elettroventilatore nella parte alta della parete/infisso.
  • Apertura diretta verso l’esterno (alta per il gas metano e bassa filo pavimento per il GPL).

In Regione Lombardia, nei comuni che l’hanno recepita, vige la Circolare 8 del al punto 3.4.26 che obbliga la presenza di una canna fumaria dei vapori di cottura singola sfociante oltre il tetto.

Quando e cosa devo controllare del tubo di collegamento gas del piano cottura?2022-11-24T22:58:03+01:00

Il tubo di collegamento se del tipo flessibile deve avere stampato la norma di riferimento e la data di scadenza, oltre la quale deve essere sostituito da tecnico abilitato con rilascio della dichiarazione di conformità 37/08. Occorre verificare che il tubo installato non abbia data posteriore a quella indicata sulla tubazione flessibile. Se il collegamento dell’apparecchio di cottura è realizzato con tubazione metallica rigida non ha scadenza.
La norma UNI7129/08 stabilisce gli apparecchi di cottura non ad incasso possono essere collegati con tubi flessibili non metallici di cui alla UNI7140 e UNI EN 1762, con lunghezza massima di 1500 mm.

A cosa serve un addolcitore?2022-11-24T22:58:54+01:00

L’addolcitore è uno strumento che serve a diminuire la durezza nell’acqua per prevenire fenomeni di incrostazioni di calcare sulle superfici. La durezza dell’acqua rappresenta la concentrazione di sali di calcio e di magnesio, che in determinate condizioni di temperatura precipitano formando le incrostazioni di calcare.

A cosa serve un’autoclave?2022-11-24T22:59:23+01:00

Serve ad aumentare la pressione nell’impianto idrico quando le prestazioni dell’acquedotto sono insufficienti. Normalmente una pressione di 2 bar al rubinetto è sufficiente per avere una buona portata.

Quali sono le diverse tipologie di impianto?2022-11-24T23:00:29+01:00

Le diverse tipologie di impianto sono:

  • Impianti di condizionamento a tutt’aria con utilizzo di unità di trattamento aria abbinate a centrali termiche e a gruppi refrigeratori.
  • Impianti di condizionamento a tutt’aria con utilizzo di unità monoblocco di trattamento aria e condizionamento, realizzate con moduli in pompa di calore elettrici o con moduli gas per la funzione invernale.
  • Impianti di condizionamento radianti, a pavimento, a parete o a soffitto con funzione estiva di climatizzazione in abbinamento a
  • impianto di trattamento aria con deumidificazione.
  • Impianti di condizionamento a ventilconvettori a due o quattro tubi con trattamento dell’aria primaria tramite unità trattamento aria centralizzate.
  • Impianti di condizionamento ad espansione diretta in pompa di calore elettrici con unità di ricambio aria e trattamento aria con recuperatori di calore.
  • Impianto di condizionamento con pompe di calore elettriche aria-aria, aria acqua, acqua acqua geotermiche abbinate a impianti di trattamento e ricambio aria con recuperatori di calore.
  • Impianto di condizionamento con sistemi ad alta tecnologia tipo VRV inverter abbinati a impianti di trattamento aria.
Qual è la temperatura ideale in casa o in ufficio?2022-11-24T23:01:28+01:00

Le condizioni di benessere termico sono soggettive e dipendono da diversi fattori tra i quali:

  • Attività fisica svolta all’interno degli ambienti.
  • Caratteristiche del vestiario.
  • Parametri microclimatici dell’ambiente: temperatura, umidità, velocità dell’aria, temperatura irraggiamento superfici di confinamento, ecc.

Per le temperature i valori di riferimento sono:

  • La temperatura di comfort invernale è pari a 20°C – 22°C.
  • La temperatura di comfort estiva è pari a 24°C – 27°C; in genere si considera temperatura interna pari a quella esterna – 6°C.
Qual è l’umidità relativa ottimale in casa o in ufficio?2022-11-24T23:01:56+01:00

L’umidità relativa ottimale è compresa tra il 40% e il 60%.

Perché conviene pulire e sanificare gli split o i ventilconvettori?2022-11-24T23:02:29+01:00

La mancata pulizia e sanificazione degli split o dei ventilconvettori può dare origine ad allergie e, nei casi più gravi, a patologie importanti dell’apparato respiratorio.

Ogni quanto conviene pulire e sanificare gli split o i ventilconvettori?2022-11-24T23:03:05+01:00

Data l’importanza della sanificazione conviene pulirli e sanificarli almeno una volta all’anno.

Quali sono i parametri fisico-chimici dell’acqua da tenere sotto controllo?2022-11-24T23:04:04+01:00

Tra i più importanti vi sono:

  • Colore, odore, sapore e temperatura
  • pH
  • Durezza totale
  • Contenuto di nitrati e nitriti
  • Contenuto di cloruri
  • Contenuto di solfati
Quali sono i parametri microbiologici dell’acqua da tenere sotto controllo?2022-11-24T23:04:43+01:00

Tra i più importanti vi sono:

  • Coliformi totali
  • Coliformi fecali
  • Durezza totale
  • Streptococchi fecali
  • Salmonella
  • Legionella
Quali sono i valori normali per il pH dell’acqua?2022-11-24T23:05:15+01:00

Secondo il D.Lgs. n. 31 del 2001, il pH dell’acqua potabile deve essere compreso tra 6,5 e 9,5 calcolato su una scala che varia da 0 a 14. Più il numero del pH è basso e più è acido, al contrario,più alto è il numero maggiore sarà il pH basico.
Secondo il D.Lgs. n. 31 del 2001, il pH dell’acqua potabile deve essere compreso tra 6,5 e 9,5 calcolato su una scala che varia da 0 a 14. Più il numero del pH è basso e più è acido, al contrario,più alto è il numero maggiore sarà il pH basico.

Qual è la durezza ottimale di un’acqua potabile?2022-11-24T23:05:42+01:00

La durezza di un’acqua si misura in gradi francesi (°f) dove 1 °f corrisponde a 10 mg/L CaCO3(carbonato di calcio). Il D.Lgs. n. 31 del 2001 definisce ottimale un’acqua con durezza compresa tra 15 e 50 °f.

Come si combatte la Legionella?2022-11-24T23:11:06+01:00

Legionella è un batterio aerobio al cui genere appartengono 52 specie; tra queste, la pneumophila risulta essere la più pericolosa in riferimento alla patologia umana.

I metodi più utilizzati per combattere la Legionella sono:

  • Disinfezione termica (shock termico), la Legionella muore:
    PRO: a 60° in poco più di mezz’ora / a 66° in due minuti / a 70° la morte è istantanea.
    CONTRO: L’acqua a queste temperature deve raggiungere tutto l’impianto, anche le zone più periferiche / Non elimina il biofilm, habitat naturale e nutrimento della Legionella, che può ricostituirsi nel giro di alcune settimane.
  • Aggiunta di cloro in concentrazione elevata >3 mg/l:
    PRO: Potente agente ossidante che agisce anche sul biofilm
    CONTRO: Per evitare il superamento dei limiti di legge relativi alla potabilità dell’acqua 0,2 mg/l e per evitare problemi di corrosione di alcuni tipi di tubature si deve provvedere a lavaggi dell’intero impianto.
  • Biossido di cloro 0,4 mg/l:
    PRO: Garantisce un buon livello di disinfezione
    CONTRO: Servono particolari attrezzature a bordo impianto
  • Lampade a raggi ultravioletti:
    PRO: Efficace
    CONTRO: Non ha efficacia sul biofilm / Efficace solo se utilizzato in prossimità dei punti di utilizzo / Costo elevato delle lampade / Limitato flusso d’acqua trattabile.
  • Azione combinata ioni di rame e argento generati tramite elettrolisi:
    PRO: Il rame è efficace sul biofilm
    CONTRO: La concentrazione di ioni deve essere opportunamente controllata per non superare i limiti ammessi per la potabilità dell’acqua e per garantire la disinfezione / In caso di impianti con tubi zincati il metodo non è applicabile perché lo zinco inattiva gli ioni d’argento.
  • Ozono:
    PRO: Agisce anche sugli altri batteri oltre alla Legionella / Meno pericoloso per la potabilità dell’acqua rispetto al cloro.
    CONTRO: Poiché l’ozono nelle soluzioni acquose ha durata molto breve, in quanto si decompone velocemente (meno di un’ora), è meno adatto alla disinfezione residua e può essere usato soltanto in casi particolari (soprattutto in piccoli sistemi di distribuzione). Particolare attenzione va mostrata nei confronti di eventuali presenze di bromuro nell’acqua; infatti, la reazione tra il bromuro e l’ozono origina lo ione bromato, ritenuto cancerogeno (Il valore del parametro riportato nel D.lgs 2 febbraio 2001, n. 31 è pari a 10 µg/L). Inoltre, l’ozono deve essere prodotto in loco mediante impianti di produzione che hanno ancora costi d’installazione molto elevati.
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